Bastano pochi giorni per capire che solo qui poteva nascere una Divina Commedia…
Firenze non ha bisogno di presentazioni, che potrei mai dire io di questi gioielli che hanno resistito a DUE guerre mondiali? Firenze si ascolta, si ammira, si respira….
Il centro pieno di buche, a mie spese ho imparato che non ci si cammina coi sandali…
E l’acqua frizzantina della fontana di Palazzo Vecchio… da che fonte mai verrà???
Il PALAZZO che fu il mondo di Cosimo I Granduca di Toscana
è oggi sede del Comune.
Ricordo di esserci entrata la prima volta poco dopo aver traslocato da Torino; mi ero appena unita al FAI e quello era il giorno della conferenza stampa di presentazione delle Giornate di Primavera 2019.
Su e giù per le scale a cercare la saletta che non trovavamo… e io che ogni tanto mi fermavo ad ammirare un po’ di angoli.
Una visita qui non può durare meno di tre ore.
Giusto per fare un giro dove abitarono Cosimo ed Eleonora, ognuno in appartamenti propri così ricchi di splendore.
Tutto è straordinariamente grande, sarà ovvio dirlo di un palazzo, ma provate a contenere tutto quello che c’è lì dentro in una testa sola…
E non è che un inizio di cose di grandi… La Fondazione Zeffirelli, il museo intitolato a Galileo, la casa di Michelangelo…
Occasioni che si presentano SOLO QUI.
Gli effetti del proibire la vendita di alcol a sera tarda si vedono. Niente ubriachi in giro.
Musica invece; a volte anche teatrini improvvisati.
A seconda dell’ora una semplice traversata da un punto ad un altro della strada può risultare impossibile.
La mole di turisti è impressionante, l’intasamento è assicurato.
Il mio consiglio è di armarsi di calma e scarpe comode.
Firenze è bella sempre, ma è di sera che assume un’aria particolare
I monumenti sembrano pezzi da museo esposti all’aria aperta.
L’illuminazione, o anche soltanto lo spuntare della Basilica o del tal palazzo da un vicoletto qualunque regala effetti visivi che bisogna esserci per captarli.
A Firenze ci sono palazzi dalle mura talmente possenti e misteriose, che richiamano i colpi a terra degli zoccoli dei cavalli delle carrozze di una volta, e da cui ancora oggi spuntano ferri enormi.
A Firenze metti una luce contro un palazzo ed avrai una strada infuocata.
Sulla via di un appuntamento
mi distrae la CORNICE MUSICALE fra il Lungarno e gli Uffizi
Calamita per le mie orecchie. Suona il Canon di Pachelbel, lo adoro…
L’appuntamento di cui prima salta.
Giro a leggere i nomi dei grandi immortalati dalle statue, a cominciare da Farinata degli Uberti, collocato nella Dite dell’Inferno dantesco, la città fortificata dietro le cui mura arroventate sono puniti gli eretici.
Nel frattempo cambia la musica, stavolta si intona il Suono del Silenzio.
Un avviso di lavori in corso indica che lì dietro c’è Via dei Georgofili, tristemente famosa per una bomba scoppiata nel ’93.
Musica, volti, luci, ombre… non vedo che loro, mi ci perdo, è sera eppure circolano ancora turisti con occhi a mandorla e guida.
Vorrei si portassero dentro l’immortalità di questo posto. La stessa che sento io, con le note stavolta di All of Me, l’inno all’Amore di John Legend.
VENITE A FIRENZE, ma NON per vacanza, e NON per caso
Nemmeno io sono finita qui per caso; sono qui per trovare le RADICI della terra a cui appartengo!
Se non me le hanno trasmesse in gioventù, vuoi per insensibilità industriale o per difetto genitoriale, non me le lascio sfuggire ora.
È bello vederle a 50 anni, la scuola ormai lontana, quel tempo in cui tutto questo era troppo difficile e impegnativo.
Se fossi rimasta a Torino… che cosa mi sarei persa!
L’aria stessa qui è INTRISA D’ARTE.
Ho cambiato programma della sera, ma so che i miei nuovi amici non me ne vorranno, perché con loro mi vedrò ancora, mentre certi momenti avvengono soltanto in un attimo del presente destinato a non ripetersi.
Alzo lo sguardo in mezzo a tutte queste meraviglie architettoniche; da una finestra illuminata s’intravede l’assaggio di un soffitto variopinto…
C’è un mondo ancora più grande DENTRO la città.
Come raccontato nell’800
Stendhal era stato a Santa Croce e ne era uscito col CUORE CHE BATTEVA
Il celebre scrittore francese faceva il suo Grand Tour con animo di osservare, per capire abitudini, difetti ed eccellenze e trovar di che scriverne.
Al vedere opere così grandiose, ne aveva certamente avvertito la scossa espressiva oltre gli schemi “contenuti” del turista tipo.
Non ho mai avuto mancamenti, ma, chiamata ad accompagnare un gruppo FAI in visita alla Biblioteca Medicea Laurenziana, ho cominciato a capire che entrare in un museo qui è un’esperienza a sé.
Un edificio progettato da Michelangelo, con una possente scala che ci hanno permesso di salire solo di lato, un soffitto altissimo con alte pareti ornate di forti colonne, la sala di lettura con banchi laterali come si usava nel medioevo, e soprattutto la sala circolare, che è visibile solo dalla soglia perché l’ingresso non è consentito, ma basta già a levarti il fiato…
Come se… tutto il sapere mondiale fosse racchiuso qui…?…
Forse sto esagerando, ma un pizzico di viaggio nella storia fra Umanesimo e Rinascimento presenta questa città con lo stendardo di un prestigio ben grande.
Per i signori del potere saranno state mosse politiche, ma gli artisti erano spesso distanti dalle manie di grandezza dei loro committenti.
Guardate come dai CENACOLI si può parlare al mondo
e trasmettere un’altra scossa: che la fede ha qualcosa di più antico e universale delle nostre abitudini domenicali…
La Chiesa di San Miniato al Monte, raggiungibile dopo un’interminabile scalinata, introduce a una spiritualità carismatica, non è la parrocchia di quartiere ma una chiesa che fu sacra a Leonardo.
E che dire di istituzioni come il Museo degli Innocenti?
Oggi è sede dell’Unicef, ma la sua storia comincia nel ‘400 con la neonata Agata, e prosegue diventando luogo di accoglienza di bimbi abbandonati.
Un corridoio di storia con le foto dell’epoca, i cassettini ognuno col nome del piccolo e un oggetto che desse speranza alla madre di ritrovarlo, un giro nei cortili immaginando i cori e le voci, persino una Madonna inconsueta, ritratta quale madre di tutti gli orfani.
A un certo punto però non ne ho potuto più di centro e monumenti, e quando un’amica mi ha portato a fare una passeggiata alle Rampe del Poggi,
ho riscoperto la città dal lato VERDE
Dai dintorni, come la passeggiata verso Fiesole in cui per la prima volta ho imparato che esistono anche le cipresse.
Da un’altra camminata verso Maiano, fino alla villa servita da set per il capolavoro di James Ivory Camera con Vista.
O anche solo da uno dei tanti giardini come quello di Villa Castello, sede dell’Accademia della Crusca, dove abbiamo appreso che le ville medicee erano un SISTEMA.
Leggo che in tanti sognano di venire a vivere qui, a me però Firenze sembra
una città ancora capace di sorprendere in futuro, e tuttavia non un mondo ideale
Ma vivere qualche anno qui, be’ sì, è stato come cambiare pianeta.
Chissà se domani sarà un inizio di giornata come questa mattina, un risveglio in monolocale trasformato in qualcosa di più simile a quello in sontuose residenze antiche, complici insolite note di piano della vicina scuola di danza.
A Torino no, non mi sarebbe successo…
Con un balcone che dava su un sottopasso trafficato non sarei arrivata così vicino alle atmosfere di quando si viaggiava in carrozza fra una villa e l’altra, mettendo in moto quel bel fantasticare in cui la burocrazia non ha più posto, e tu pensi che perché dovrebbe esser poi tanto difficile prenderne una in consegna e pensare di viverci e/o ristrutturarla?
Perché no? Anzi, forse è proprio quello che si deve cominciare a fare…
Per ritrovare la nostra Italia GRANDE.
Per scoprire la città il sito che preferisco io è quello UFFICIALE
Se però preferisci avvicinarti ad essa attraverso impressioni ed esperienze, ne trovi altre nella raccolta che ho chiamato RITRATTO della città