l’Italia è in grado di soddisfare OGNI richiesta di viaggio?
Vuoi montagna, mare, giardini… Vuoi mare? Roccia, sabbia fine o vulcanica? Vuoi montagna? Alpi, Abetone o Etna? Insomma… par proprio che ci sia semplicemente di tutto… non è questione di bello, ma di speciale.
Il turismo in Italia è collegabile a qualsiasi argomento?
Il turismo permette un intreccio di relazioni, fa anche da ponte di collegamento con la vita locale colle sue gioie, dolori e problemi, ma anche voglia di aiutare il mondo. Gli stranieri a quanto pare ci vedono molto friendly, in un senso però che non si limita ad accogliere per dovere, e non intende il rapporto umano come corrispondenza a distanza.
Nell’era dell’IA, L’Italia può competere come una terra di fascino non artificiale?
Pensiamo agli Shelley fuggiti dall’Inghilterra vittoriana. Non dimentichiamo che ai tempi del Grand Tour venivano da noi per formarsi. Non saremo wonderland, ma ci scelgono per quello che in tanti altri paesi NON si trova. La chiave forse sta proprio nel carattere della gente?
Si potrebbe, partendo da una sola città, scoprire l’Italia tutta?
Non mi sorprende che si amino perle storiche come Firenze, Venezia e Roma. Mi preoccupa però che l’immaginario si fermi lì. Non credo sia solo un problema degli stranieri, anche noi troppo spesso ragioniamo come se il turismo sia solo lì.
Bisogna alzarsi dalla sedia e andare a vedere per accorgersi che il nostro è un paese che comincia con discorsi d’arte ma poi conduce verso un contesto ambientale ben più complesso e variegato.
Siamo il paese delle differenze incredibili?
La svolta esperienziale del turismo non mi pare un capriccio, ma un’esigenza. l’Italia è tutta diversa: la focaccia la mangi a Genova, le olive ad Ascoli, ma anche l’architettura è differente, io mi ricordo arrivata a L’Aquila di essermi stupita delle facciate rettangolari delle chiese. Era solo ignoranza. Anche se siamo italiani, non possiamo dire di conoscere appieno il paese. Farlo, oltre che un regalo a se stessi ed educativo per i giovani, ci aiuterebbe ad avere un turismo meno di massa.
I concetti di arte e armonia in Italia sono principalmente solo opere umane?
Che dire del mare di Otranto? Se guardo la Valle del Piave con le Dolomiti sullo sfondo, non sono forse un’opera d’arte? Certe collezioni firmate da pittori del Grand Tour parrebbe confermarlo.
Sapevate che l’Italia ha personalità da citare in numero abbondante?
Parliamo di Stroppiana? O di Vasari, Andrea del Sarto, Plautilla Nelli? Tante figure degne di essere ricordate aumentano la percezione di grandezza del paese. In parole povere, non si limita il campo ai soliti noti.
l’Italia sarebbe in grado di proporre turismo culturale anche fuori dai centri storici?
Scava, scava che le motivazioni si trovano, e anche solide.
Dobbiamo riappropriarci della nostra identità culturale e umanistica invece di perderci in ideologie pericolose per il futuro. È la nostra terra, e noi tutti i suoi ambasciatori. Non lasciamo questa missione a pochi eletti. Non rimaniamo a guardare senza sapere che acca dire. Togliamo al nostro tempo tante scemenze e cambiamo finalmente strada.
La cultura a cui si deve puntare non è quella dei voti scolastici, che superato l’esame te la dimentichi. C’è una cultura da ricostruire, riorganizzare il nostro tempo libero per fare spazio alla conoscenza. Bisogna toglierci dalla testa che bellezza ed entusiasmo siano cose infantili. Anzi… proprio i bambini ci stanno sorpassando. Stando a quanto affermato da un direttore degli Uffizi in un’intervista, “fanno domande che nessuno fa”.
Che ci succede a noi adulti che non siamo più capaci di far domande?