Non conosco l’aria di quei tempi, mi basta la curiosità di sapere. Per scrollarmi un po’ di dosso il grigiume di questi nostri moderni tristi tempi. Vado.
E vedo.
Sculture a tema di preghiera, fiducia, ma anche vigore in battaglia, coraggio per difendere la libertà.
Quadri richiamanti personaggi dell’epoca, passeggeri della storia oppure protagonisti di romanzi che storia hanno fatto.
Persino la gradita sorpresa di un intermezzo musicale, il brindisi della Traviata in abiti d’epoca, che con Milano ha molto a che vedere per via della vocazione alle prime operistiche. Una piccola chicca in una sala centrale piena di sculture esposte in tutto il loro bianco pieno di luce, in simmetria visiva con meravigliosi dipinti.
Il mio turno di visita alla mostra Romanticismo presso le GALLERIE D’ITALIA di Piazza della Scala a Milano sopporta con pazienza una fila paurosa (!), ma sfocia nell’ampia soddisfazione di constatare che l’interesse in questo genere di eventi è vivo più che mai.
Si pensi che qui non siamo nelle classiche terre d’arte dai soggetti religiosi, bensì nel pieno centro di una trafficata metropoli del Nord. Qui si tratta di persone, paesaggi e contesti della vita quotidiana di un tempo, richiamanti situazioni che parlano a noi anche di spiritualità.
Emerge un nuovo concetto del ritratto, che sposta l’attenzione sull’individuo e sulla sua storia, probabilmente quel tipo di storia che c’interessa riscoprire davvero.
Infatti non c’è posto in Italia dove non ci sia monumento o iscrizione a ricordo di persone che hanno lavorato molto oltre la loro professione, e che hanno lasciato traccia proprio come pensatori o favolosi esempi di coraggio.
Più vado avanti con la mia vita, più sento una generale voglia di ritornare al sentimento.
Dipinti, musica e opere di letteratura vanno oltre la saggezza delle parole, raccontano una capacità davvero sorprendente di fermare il tempo in un momento preciso.
Sono già belli a prima vista; ma poi lo diventano ancora di più, perché innescano un potere d’attrazione tale da spingerci a volerli rivedere, rivelando ogni volta un senso nuovo, un dettaglio emozionale non captato prima.
Proprio perché superano le parole… continuano a parlare nel tempo.
E chi vorrebbe mai tornare alle faccende quotidiane, chi non sognerebbe una svolta dopo essersi rifatti gli occhi?
Uscita di lì a me viene voglia di scappare sul lago di Como, di ripercorrere quei magici luoghi in tranquilla solitudine, solo io, la natura e quei romanzi “complicati” dell’’800.
Più vado avanti, più ho voglia di riaccendere le piccole luci di questo mondo antico. Prima di tutto in me.
Ma ho anche sempre più voglia che non ci si fermi a guardare queste opere con occhi solamente culturali, ma che partendo da un po’ più d’interesse, si voglia tornare a voler conoscere e a voler capire la nostra arte.
Per non rimanere sempre più soli con la nostra capacità d’interpretazione, che spesso finisce per associare un elemento all’idea più comune.
Ho sempre più voglia di staccare con tutto e di godermi un quadro; e ho sempre più voglia di vederlo dal vivo, e nel suo contesto. Una foto o un documentario non bastano a coivolgerci.
La Milano della moda e della finanza che per un momento si veste di romanticismo… chi se lo sarebbe mai aspettato?
E invece sì. Milano è un viavai di moda e di mode moderne, con boutique e ristoranti di lusso, limousine davanti agli alberghi… Tutte cose che in effetti si vedono più qui che altrove.
E dove tutto è grande, e i tempi si devono calcolare in lungo, dato che ti puoi trovare ovunque a dover aspettare in fila, persino a non riuscire a salire sulla metro, tanta è la calca…
Mi rituffo nel Romanticismo senza nostalgia, sto bene nel mio tempo, con tanta varietà di argomenti da rivivere e su cui costruire ancora.
E vado fiera per l’incredibile combinazione di ideali e talento.
E resto non poco sorpresa di come tutto questo mi ricarichi di speranza.