Di un castello si sa che è sempre un punto in alto da cui si ha visuale completa del territorio circostante da tutte le lati-longi-tudini.
Oggi qui il paesaggio fa
un effetto come ai tempi di Guelfi e Ghibellini
cioè diviso in due fazioni. Da un lato un parco con inizio di Appennini e un sole che risalta il verde. Dall’altro un orizzonte più piano ed esteso con nubi molto cariche di colore e quindi di pioggia sicura.
Non è il solito castello alla toscana… ci sono solo mura, peraltro ben conservate. Una presenza atipica in una città un po’ anonima come la Prato di questo mio pomeriggio.
Solo mura, dicevamo, niente storie gotiche (come a Otranto), ma una brutta storia recente sì. Qui furono imprigionati tanti pratesi in attesa di venire deportati.
Un castello di Toscana con niente di toscano
Niente che si accordi con lo stile di Filippino Lippi, autore di splendidi affreschi in Duomo, o con le tipiche facciate rinascimentali qui tanto diffuse, o che riportino alle dimore dei Granduchi.
Una specie, mi verrebbe da dire, di “pausa” architettonica, che perché tira in ballo Federico II di Svevia, riportandomi la mente alle sobrietà pugliesi di mia recente scoperta.
Il colore infatti è di sfondo bianco, che si potrebbe anche intendere come assenza di colore.
Si entra nel cortile, qualche porta chiusa indica la presenza di ambienti interni, altrimenti penserei più a una “cornice castellata“. Difatti il portone dà subito in un ampio cortile pratoso, non un giardino, né un luogo interno di pausa, magari con un bel pozzo come a Ferrara.
Un portone con niente ponte levatoio.
Che cosa aveva in mente Federico II quando ordinò di costruirlo, ma poi non vi abitò?
Bisognerebbe chiederlo a lui… Sembra un mistero come quel misterioso Castel del Monte di Puglia, solo laggiù in quella regione mi sarei aspettata di trovare una costruzione così.
Invece me la trovo in Toscana… un messaggio dalla Puglia, che mi aspetta di nuovo con altre gradite sorprese a settembre? Non è meta di cinquecentesche storie medievali come quelle immaginate dall’Ariosto.
Pericolosina la scala a chiocciola, ma niente paura che il manubrio è saldo. Salgo a vedere il panorama. Ma mi interesserà davvero questa città dall’alto? Si riuscirà a sbirciare FI all’orizzonte?
Città importante di Toscana, seconda solo a Firenze
L’unica che finora, nonostante qualche non piccolo tesoro fra Duomo e Museo del Tessuto, mi faccia preferire Firenze. Sembra che qui abbiano assorbito parecchi immigrati; a parte il centro, le altre strade sono pressoché deserte, spopolate.
A Prato sono passata tante volte in transito verso Bologna, ma non mi ero mai fermata. Sono venuta spinta dal Wine Festival, ma soprattutto perché volevo vedere il dipinto preraffaelita (e molto realistico!) della Santa Teresa in estasi di Giuseppe Catani Chiti alla chiesa di San Francesco.
E dove sta ‘sto Palazzo Medici a entrata libera che la mia amica Catherine dall’America mi consiglia di andare a vedere? Anche l’impiegata allo sportello turistico non sapeva che dire… Forse sarà la Villa Medici, ma è fuori Prato. Sicuramente Cath si è confusa.
Mi siedo in una chiesa per riposarmi, dopo l’iniziale calura son cominciati goccioloni. Sono completamente sola, non c’è nemmeno uno che controlla, un pizzico inquietante…
Faccio mentalmente un riepilogo personale dalle 14 dacchè son salita sul treno. Chiese, affreschi, duomo gotico, bello come la maggior parte dei duomi d’Italia, anche se non così spettacolare come quello di Arezzo.
Sono sempre contenta di qualche scappata in una città vicina, ma oggi qui non sono dello spirito giusto. Sento intorno a me una certa freddezza, mi accorgo che mi manca compagnia, nel senso di incontro sul piano dell’interesse arte, viaggi ed esperienze.
E così Prato non mi è piaciuta. Ci si vivrà bene?
Come sempre ho espresso un’opinione del tutto personale. L’Italia è PIENA di gemme, perciò fare
è l’occasione per ammirare bellezze che si trovano solo qui.
Se invece vogliamo continuare a parlare di castelli, ecco le mie esperienze:
AL CASTELLO DI FERRARA FRA DAME E CAVALIERI ANTICIPAZIONE DELL’ARIOSTO
IL MUSEO DELLA GUERRA al castello di Rovereto (TN)
più uno sguardo a quelli di