Otranto, il castello e Horace Walpole
Puglia

AL CASTELLO DI OTRANTO

Avevate mai sentito nomi come Matilda, Corrado, Isabella e specialmente Manfredi? Sono i personaggi protagonisti di

una storia gotica, considerata la capostipite del genere

scritta dal conte londinese Horace Walpole nel ‘700, in seguito a un giro Grand Tour.

prima edizione del romanzo Il Castello di Otranto di Horace Walpole

Manfredi è principe di Otranto, Matilda e Corrado i suoi figli, e Isabella la promessa sposa di quest’ultimo, che però il giorno della cerimonia resta ucciso.

Manfredi allora, che non ha eredi maschi dalla moglie, propone a Isabella di sposare lui.

Ma la fanciulla fugge.

Lui cerca di inseguirla, impedito dal fantasma di un suo antenato, e i calcoli di potere privati si mescolano con le profezie sul destino della signoria.

La storia s’intitola semplicemente Il Castello di Otranto.

Quanto basta per accendere curiosità intorno a un punto del nostro mondo lontano dalle grandi capitali.

Castello di Otranto - illustrazione del romanzo di Walpole

Il fascino dei luoghi di confine in me è sempre stato very strong. Forse Walpole scelse Otranto proprio perché agli antipodi della sua Inghilterra?

Qui siamo infatti

nel punto di costa più ORIENTALE d’Italia rivolta verso l’Albania

e appena una mano dietro, la grande Grecia…

Ho fatto il viaggetto in treno con voglia di vedere il mare per la segreta speranza di scorgere la costa, ma nisba.

Dicono che a Otranto il vento soffi spesso; eppure oggi niente tramontana.

Non me ne dolgo: la giornata è bellissima, con un bel sole ottobrino ancora caldo.

So già che vedrò altre testimonianze silenziose di tempi antichissimi non del tutto scomparsi.

nel centro storico di Otranto

Peccato non poter prendere appuntamento coi venti… Il meteo decide lui quando concedere grazia, e quando lo fa, l’effetto è sublime (come tanti giorni fa a Lecco aprì il sipario sul gran Resegone fino a poco prima nascosto dietro una tenda di foschia).

Il sole facilita la percezione di un mondo pugliese lento e colorato, di cui devono far parte anche certe farfalle multicolori che è dal giorno di Alberobello che mi danzano intorno a coppiette 💞

farfalle multicolori di Puglia - questa danza a Otranto

Vi ricordate quando ho detto che ero presa da tante incertezze su come arrivare fino alla punta del tacco?

Be’… sono SPARITE definitivamente appena salita sul “trenino” pronto per partire dalla stazione di Lecce!

Un viaggio tranquillo a pochi chilometri orari: MA CHE BELLO!!

E proprio sulla linea diretta a Gagliano, la stazione più vicina a Santa Maria di Leuca!

Due carrozze appena, e un andamento di, non so… 40 km/h?

Un effetto sorpresa tipico delle esperienze ad esclusiva locale; ora sento che nemmeno un improvviso problema tecnico mi fermerebbe più.

Andrei avanti comunque, anche a dorso di mulo!

Otranto - la Torre Alfonsina

Un’altra impressione molto positiva è che molte tratte interne qui sono servite dalle ferrovie del posto, nel caso di oggi dalle Ferrovie del Sud Est (FSE).

Che si mantenga la struttura identitaria propria della regione e che la stessa sia gestita dai locali è un ottimo trampolino di sviluppo.

Piccole gioie che fanno dimenticare il desolante panorama degli ulivi attaccati dal batterio della Xylella. Le cure sono in corso. Speriamo siano efficaci.

appena due carrozze sulla linea ferroviaria fra Maglie e Otranto

A Maglie c’è già pronta la coincidenza, annunciata a mezzo verbale (sistema poco scenografico ma sicuro) dal controllore.

Solo che… una volta

scesi, andiamo ognuno dietro a quello davanti e sbagliamo tutti strada

recandoci al primo binario.

Il controllore di prima, sempre a mezzo verbo, ci indica subito di tornare indietro al trenino rosso posizionato sul terzo.

Potevano mettere un cartello, penso io, come farebbero per esempio a Milano.

Un secondo dopo penso che andrebbe bene anche fai-da-te: non siamo mica a Milano!

Tutto sommato che bisogno ci sarebbe quaggiù di tante diavolerie tecnologiche?

la prima spiaggia che vedo di Otranto

Arrivati a Otranto, fine dei binari. Non è stazione di transito ma di capolinea. Ed essendo in un territorio di storia lontana dalle grandi capitali… non c’è nessuno.

All’uscita, una piazza con davanti una strada. La mappa aiuta poco, tanto è scolorita. A un incrocio di nuovo l’aiuto ci viene a mezzo pratico. Si capisce che non siamo di qui.

Un percorso breve e arriviamo sulla costa, e da lì nel

centro storico, oggi dichiarato Sito Messaggero di PACE dall’Unesco

Mi fermo a mangiare un panino, senza staccare gli occhi dall’invitante spiaggia che mi si svela davanti.

Poi prendo il lungomare e arrivo nei pressi delle prime mura con la Torre Alfonsina all’ingresso della cittadella.

Dove sarà il castello?

il fossato intorno al castello di Otranto

Qualcuno potrebbe dirsi deluso…

Non ci si aspetti il classico castello-residenza: qui ci sono solo MURA

E tante stanze, una persino triangolare!

Non è Miramare alle porte di Trieste, non fa immaginare balli con fasti.

Può invece aver visto succedere intrighi come quelli raccontati da Walpole, poco romantici e molto al limite del soprannaturale.

Non c’è mobilia ma punti di posizionamento di cannoni.

E soprattutto ci sono i sotterranei, ambienti che testimoniano le varie fasi di costruzione del maniero nel corso dei secoli, visitabili solo con guida.

Proprio lì Isabella era scesa per sfuggire a Manfredi, aveva imboccato un passaggio segreto fino alla chiesa di san Nicola riuscendo a rifugiarsi in un convento.

Sembra quasi di sentire confermata un’antica verità: quella che per risolvere un enigma, bisogna scavare nella parte nascosta di esso.

Non son cose che si capiscono rimanendo in superficie.

Se fai un giro sul lungomare, quella è la Otranto contemporanea. Se guardi le torri e il fossato, quella è la Otranto turistica.

I sotterranei di Otranto sono la sua storia.

Otranto - fossato intorno al castello

Otranto fu abitata da Messapi, Greci e Romani.

Dal Castello infatti si vede tutto il gran controllo della città sul mare, la vera piazza centro di commerci, scambi e attività. Otranto ottenne persino di battere moneta!

L’espansione del rito greco e altri splendori arrivarono coi Bizantini.

Un ricordo particolare merita l’abbazia di San Nicola di Casole

che fu il cuore della vita monastica italo-greca in Puglia e una delle realtà culturali più fiorenti del medioevo, con la sua ricchissima biblioteca e i suoi monaci ben noti nell’Europa tutta (uno di loro autore del magnifico mosaico del pavimento della Cattedrale da cui transitavano tanti cavalieri diretti in Terra Santa per le Crociate).

E poi vennero i Normanni, con un principe Manfredi figlio di Federico II.

I Normanni unirono le strutture difensive del castello alle mura cittadine.

Purtroppo però non bastò a respingere un nemico allora temutissimo.

Otranto Sito Messaggero di Pace UNESCO

Otranto ebbe

un prima e un dopo, intervallato dal terribile assalto OTTOMANO del 1480

Pensateci se mai andrete a fare il bagno alla Baia dei Turchi. Fu lì che sbarcarono, dirottati da un colpo improvviso di tramontana.

Città fiorente, si trovò mal difesa davanti a un nemico all’avanguardia. E tuttavia scelse di resistere.

A quello che consideravano un oltraggio, l’uccisione di un diplomatico inviato dal sultano per proporre la “resa”, gli ottomani risposero con violenze. Quelle solite che la guerra porta con sé, e che da 7 secoli non sembrano molto cambiate.

813 di loro si barricarono nella Cattedrale, e opposero un netto rifiuto all’ultimatum di aver salva la vita a patto di rinnegare la fede; furono portati al Colle della Minerva e decapitati (le loro ossa sono oggi conservate in una cappella laterale).

Una strategia di terrore psicologico che aveva trovato campo libero in un clima politico di generali inerzie e pretese di neutralità.

Saranno gli Aragonesi a cacciarli un anno dopo, approfittando delle rivalità interne scoppiate a seguito della morte del sultano.

E si daranno da fare per ricostruire, anche se ormai la città di prima non esisteva più.

vista sul fondale cristallino di Otranto dalla Torre Matta

Che il fondale si veda dall’alto della Torre Matta io lo trovo stupefacente

tanto l’acqua è trasparente, e la panoramica sul porto si offre in una visuale completa.

L’Adriatico è un mare poco profondo, e c’è chi lo definisce addirittura una pozzanghera.

Quando scendo e mi avvicino al litorale, vedo pesciolini.

fondali del mare di Otranto

Tre teste a mollo “parlano” con uno yacht ancorato accanto a loro.

Arriva una famiglia di stranieri col costume sotto i vestiti, se li tolgono davanti a me e giù in acqua anche loro.

C’è pure uno che nuota coi guanti (?), forse si è attrezzato nel caso debba prendere qualcosa senza correre il rischio di ferirsi.

Il mare piace sempre, ma in cittadine così è più che solo relax, vacanze, giochi sull’acqua e abbronzature.

È una CULTURA.

Otranto - la chiesetta bizantina di San Pietro che sbuca da un vicolo

Nel frattempo, fra passeggiata e giro in castello, si avvicinano le 16.

Se mai aprisse la chiesetta BIZANTINA di San Pietro, del X secolo…

sarebbe un peccato perdersela.

Solo che avrei un po’ fretta. Mi siedo lo stesso su un muretto ad aspettare, sperando siano puntuali.

Puntualissimi.

Aprono il portoncino con cinque minuti d’anticipo!

Il resto… lasciamolo dire alle foto.

la chiesetta bizantina si San Pietro a Otranto - un gioiellino!!

Sono contenta di avere terminato la giornata con questo gioiellino.

Spunta da un vicolotto, e sembra solo un edificio al centro di un cortile.

Il custode ha aperto la porta, e noi siamo entrati. Lui si è seduto a leggere un libro.

Magari sarebbe stato bello che ci avesse accolto con qualche spiegazione, ma va bene anche così.

Un silenzio meraviglioso, e nient’altro intorno che il linguaggio degli affreschi.

Una chance che riporta anche noi visitatori odierni allo splendore bizantino di un tempo che fu.

particolare degli affreschi nella chiesetta bizantina di San Pietro a Otranto

Al ritorno, dopo Maglie

cambio treno a Zollino, uno dei comuni della GRECIA SALENTINA

formanti un’isola linguistica radicamento della Grecia dei tempi antichi, riconosciuta dallo Stato e dotata di autonomia statutaria.

Ora, di casi simili in Italia ce ne sono diversi;

per quel che riguarda le comunità ELLENOFONE, se ne trovano altre due, una nella punta di Calabria a sud dell’Aspromonte (Bovesia), e l’altra a Messina (comunità greco-sicula).

Ma che cosa significa minoranza? In fondo tutte le nostre varianti di culture e dialetti non ci impediscono di sederci alla stessa tavolata nazionale…

Io credo che il cuore della questione non sia il cosa (storia, tradizioni, cucina, ecc.) ma il CHI (identità).

E questi sono italiani di lingua GRICA. Non stranieri, come i sanmarinesi o i vaticani.

Il grico è una variante del greco con influenze leccesi, scritto in caratteri latini come dimostra l’esempio sotto tratto da Wikipedia

esempi di Grico salentino tratto da Wikipedia

Giornata finita, torno a Lecce e così finisce il mio primo tour in Puglia, un viaggio decisamente istruttivo.

Lascio Otranto con l’idea di tornare un giorno a vedere meglio anche quel gran mosaico della Cattedrale, ricordo di San Nicola di Casole distrutto dalla barbarie turca.

(P.s.: e ora mi proietto già verso il prossimo tour: Santa Maria di Leuca, poi Gallipoli, la città bella sulla costa ionica, quattro passi in quel di Gricia Senza contare l’inevitabile sosta nuova a Lecce con tappa ai musei della Cartapesta e Faggiano, più un’esperienza alla Casa Museo degli Antichi Strumenti Musicali...)



Cattedrale di Otranto

Sul Flixbus di ritorno ho viaggiato talmente bene che arrivata a Roma Tiburtina neanche me ne sono accorta.

All’altezza di Candela, ancora in Puglia, il paesaggio ha salutato gli ulivi e si è trasformato in terreni dorati.

In Campania l’unica sosta in autogrill.

Poi tutta a dritta verso la capitale.

In Lazio son spuntate l’Abbazia di Montecassino (brillava su una collina) e segnaletiche varie di terre dei Templari. Devo indagare!!

Viaggio in Italia goes on: andiamo a trovare Caravaggio a Roma?

alla stazione capolinea ferroviario di Otranto

Patrizia Zampieri

Adoro la musica, l'arte e la natura. Credo in Dio e nella vita. E come storydoer viaggio in cerca di progetti. Il mio sogno? Arrivare in Antartide. Ma con il cuore sempre qui.

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