Volevo andare a vedere la chiesetta di Dante in centro a Firenze, ma a quanto pare da un mese è chiusa.
La giornata prevista è saltata e se assecondassi del tutto il mio carattere me ne tornerei a casa.
Essendo schiva la mia indole non è quella di accogliere a braccia aperte l’imprevisto
Ma non sono un’impulsiva.
Mi fermo, pondero; fa parte del mestiere di blogger quello di reagire movimentando le acque, sbizzarrirsi su quello che andiamo poi a postare o a scrivere, con studio di incastri di tag, di che cosa dire, come dirla e presentarla, e ogni quanto ripeterla.
E soprattutto poi come garantire un’attenzione più alta a tutti quei siti così meno frequentati come quello di cui parliamo oggi.


M’incammino su una strada in salita, non sicura di dove mi porterà, non ho con me nessuna piantina. Ma vedo che ci salgono in tanti, e allora io, che magari da sola desisterei, vado dietro.
E arrivo a vedere la facciata della casa di Galileo, una fontanella mini che tutti fotografiamo, l’entrata di Villa Bardini e di Boboli.

Infine, nel punto più alto, lui: il Forte di Belvedere
Eretto a scopo difensivo, è compreso nel Corridoio Vasariano (che collega Palazzo vecchio con Palazzo Pitti) e doveva servire da rifugio per i Medici in caso di rivolte.
Dopo essere rimasto chiuso per anni a causa di due incidenti mortali avvenuti in tempi diversi ma in circostanze analoghe, è diventato sede di mostre, oltre che punto panoramico insuperabile.
Una delle esposizioni più recenti e interessanti è stata quella del fotografo Massimo Sestini, tutte foto scattate dall’alto presentate come schermi tv giganteschi.


Sempre più l’arte classica ospita quella moderna, e, piaccia o no, ci dialoga
D’altronde nemmeno quella moderna potrebbe spodestare la classica, che esiste da molto da prima che arrivassimo noi sul palcoscenico del mondo…
La prima gigantografia che vedo sembra dall’alto un aeroporto, invece è uno stormo di uccelli.
Poi la cupola di Santa Maria del Fiore vista dall’interno, il mare di Livorno (di un azzurro più intenso di quello che avevo visto io).
Sotto di noi, sotto quelle mura possenti e in ottimo stato, un sentiero del Giardino di Boboli.

Una vista con un po’ di città e un certo scampanare di chiese che interrompe gentilmente l’atmosfera di placido che si avverte in questa parte centrale della gran penisola Italia.
E poi tanto, tantissimo verde…
Cipressi che spuntano ovunque dalla vista di questa fortezza che domina l’aria
disegnando il paesaggio di un verde che non si riesce a vedere che a piccole oasi quando cammini in mezzo al viavai delle strade.
Qui però niente viavai, spunta invece un angolo di villa con piscina.
E io, che non vedo mai l’ora di tornare al Nord, questa volta forse… cambierei idea? Se qualcuno me ne regalasse una (villa con piscina), magari, chi lo sa…
Tornando alle gigantografie, non mi lascio sfuggire l’alto di Campo dei Miracoli a Pisa, né il fuoco di un concerto dei Rolling Stones a Lucca.
Né gli sbandieratori a Palazzo Vecchio, fra il rosso del tappeto a forma di giglio, e il verde dell’acqua della fontana di Nettuno.

Nemmeno mi lascio sfuggire la partita di calcio d’epoca medievale (che non ne ho ancora vista una!), da un’angolazione tale da far vedere bene che quelle delle chiese su cui incolliamo lo sguardo sono però soltanto facciate.
C’è anche la piazza del Duomo che, vista dall’alto, che sembra un 1 rovesciato.

Il cielo carico a un certo punto sgancia goccioloni, e Boboli si allarma
invitando i turisti ad anticipare l’uscita. Quassù invece rimaniamo, anche se ci bagneremo.
Mi sposto dall’altro lato della terrazza, che mi riserva il panorama di un gran prato verde brillante.
I giochi di luce rendono ancora più vivi i colori, con nubi che si scostano per far passare il contrasto col grigio creando un paesaggio da quadro.


Devo andare in mezzo all’erba con il vento freddo e le gocce che picchiano addosso
per sentire sensazioni da poter riuscire a descrivere in qualche modo.
Se rimango al sicuro nel portico, potrei al massimo inventarmele. Mi ci devo buttare dentro…
Guardo alle colline, e specialmente una torretta con castello, oltre a ville nascoste dal verde rigoglioso con punte di cipressi ovunque.
Quanto verde, è incredibile…
Sono in mezzo a stranieri. I soli(ti) che del nostro apprezzano tutto…
Il portico ci ripara un po’, e guardando dalla parte del bar, ci si sentirebbe a Monte Carlo, mentre invece siamo a Firenze, in una terrazza elegante ma senza l’artificialità di certi soliti locali alla moda.
