È una delle vie centrali più importanti di Firenze intitolata ad un’antica famiglia, dove già nel primissimo tratto passo una buona mezz’ora a tentare di fare foto.
Poche centinaia di metri col naso all’insù e
la visuale è un concentrato di PALAZZI d’EPOCA
con molte botteghe che, già solo per i colori richiamano all’artigianato del posto, molta pelletteria (praticamente ovunque in questa città) qualche bar e uno studio d’arte.
Su un citofono appare la dicitura Foyer degli Artisti (bisogna andare a vedere se ci fanno eventi, perché spesso circoli come questi sono chiusi).
Anche il palazzo sede del Grande Oriente d’Italia, obbedienza massonica nata a Milano nel 1805.

Lasciandomi dietro la Basilica, entro dall’angolo con Via del Proconsolo, poco distante dal negozio di articoli sacri che fu teatro di un delitto nei primi anni ’90 rimasto insoluto, e che fece scalpore perché avvenuto in piena mattinata.
Sogno un po’ Monte Carlo, o magari anche solo Milano, con tanta moda nei vestiti, mentre qui solo qualche signora si distingue nel viavai, tutto il resto è dentro i palazzi, riservando delizia per chi vi entra.
Borgo Albizi non è via molto lunga; neanche 10 minuti e sei già a fine strada, dove ricomincia la città normale, sfociante nella Piazza S. Pier Maggiore con una torre, qualche ristorante e la cupola sullo sfondo.

Un negozietto colorato attira la mia attenzione, ma cerco di non dare troppo nell’occhio
sono infatti l’unica con penna e taccuino, l’unica che si ferma a scrutare dettagli.
È una bottega artigianale di accessori, bigiotteria, cappelli, borse… sufficiente per voler farci un giro dentro.
Ma sono un’inguaribile schiva 😉 e come ho detto prima, ho un po’ paura di dare nell’occhio, così giro la marcia e rientro sui miei passi.
Pur essendo però lo stesso tratto, lo percorro al contrario, il che mi consente di vedere quello che mi può essere sfuggito all’andata.

Ricominciano i portoni, i lampioncini, le facciate murarie che si guardano vicinissime, mentre le campane lontano suonano.
Noto botteghe attraenti proprio perché con vetrine impolverate e ammasso di tanti oggetti vintage.
Il proprietario di una di queste,
INCURIOSITO dal mio fare, mi chiede che cosa scrivo
Rispondo che mi dedico al turismo ed è mio scrupolo conoscere la città dove vivo nei dettagli; così lui mi consiglia qualche posto in più da vedere, e mi pare che nomini il giardino Frescobaldi (in pieno centro? è l’ultima cosa che mi aspetterei di scoprire…).
Racconto che mi sono piaciuti i tanti quadretti e statuine, fra cui anche un abbraccio fra un soldato romano e un vecchio che dal tipo di veste non so identificare.

Saluto e proseguo con la penna in prima linea.
La gente passa, e mentre continuo a scrivere, mi fermo davanti a Palazzo DEGLI ALESSANDRI (XV sec.), indicato da un’insegna ma privo di targa commemorativa della sua epoca.
Che cosa dunque non avevo visto all’andata?
Nomi.
Dietro di me c’è Palazzo FILICAIA, dono del Lions Club, risalente al XIV-XVI sec. e visitabile ogni primo lunedì del mese.

La strada è stretta per tutti quei macchinoni che pretendono di passare
molti con targa estera.
Palazzo DEGLI ALBIZI (XVI sec.) ospita una rilegatoria Abacus Florentine Art.
Sulla facciata di CASA TORRE DEGLI ALBIZI (XIII-XIV sec.) c’è uno stemma molto simile al simbolo di geolocalizzazione usato online, e un altro a fianco parrebbe un occhio verticale…
Di fronte al Foyer degli Artisti c’è la Residenza VISACCI, che si nota subito perché molto decorata con busti applicati alla facciata.

Cominciano due goccioloni, ma osano solo per pochi secondi
Posso continuare.
C’è Palazzo TANAGLI (XVI sec.) altro dono dei Lions.
Poi trovo Palazzo RAMIREZ sede dell’hotel Bavaria e della Casa d’Aste Pandolfini.
Infine ecco Palazzo PAZZI VITALI, sede universitaria, e Palazzo PAZZI QUARATESI giusto all’angolo con Via del Proconsolo, da cui ero partita.
In totale ne avrò contati almeno nove…