Teatro Regio di Torino - la cancellata d'ingresso, opera di Umberto Mastroianni
opera per sempre

REGIE OFFICINE DI TEATRO

Ho approfittato della possibilità di accedere a una visita all’interno del Teatro Regio di Torino. 90 minuti di passeggiata in un complesso vuoto, tutto per me e per una manciata di altri visitatori, accompagnati da una guida.

Giornata afosa, il solito cielo bianco. Ma non avevo ancora visto un teatro dall’interno. L’edificio si estende in verticale su otto piani, quattro in su, e gli altri quattro sottoterra, difatti la sartoria si trova proprio al di sotto, con le signore tutto il giorno a lavorare senza una finestra.

Dalla platea (piena solo di noi) accediamo al dietro palco, e quello che appare ai nostri occhi sembra una normale e corrente officina di riparazioni, con tanto di gabbiotti di controllo, targhe avviso e frecce colorate sul pavimento come procedura di emergenza. Ascolto un po’ di spiegazione, ma soprattutto guardo.

E sorrido pensando a che tipo di lavoro potrei fare io che amo l’opera, ma non sono tutta una lista di cose imprescindibili (operaia, tecnico di questo, capo di quello, e neppure cantante, ballerina o musicista).

Diciamo che forse chissà magari qualcosa la potrei anche fare “ai piani superiori”, tipo sovrintendenza… di certe aree. O magari anche l’assistente personale (ecco, sì, questo sarebbe il massimo!). Di sicuro non sarta, ché taglio e cucito non fan per me.

Ma torniamo al teatro.

Scordiamoci di qualcosa di magnifico, non è Milano, non è La Scala, mi spiace dirlo. Ma questo risponde alla vocazione di Torino, città industriale, città di frontiera, città così così. Ne è una prova la cancellata dell’artista Mastroianni, intitolata Odissea Musicale.

Teatro Regio di Torino - la cancellata d'ingresso, opera di Umberto Mastroianni

Cerchi misti ad abbozzi di volti e strumenti musicali, quasi a richiamare un passato di fabbrica con tutto il suo vagare di emozioni. Arte moderna, imponente ma non frizzante.

Decisamente ho un concetto di arte piena di colori, per questo mi sembra l’ennesimo tentativo di far brillare al meglio il grigio. Certo la tecnica c’è, se è persino capace di attirare l’attenzione di esperti da tutto il mondo. Interessante, ma non basta ad emozionare.

Il teatro è a forma che richiama un busto di donna, mi vien da sorridere pensando che anche per una semplice visita ho pensato di abbigliarmi al meglio anch’io. Teatro è ancora occasione di far sfoggio delle femminili beltà, tanto di canto come di gioiellame.

Questo teatro non è più quello dei tempi dei Savoia, perché andò bruciato poco prima della seconda guerra, e il nuovo fu inaugurato solo intorno agli anni ’70. Fu ricostruito secondo una concezione moderna, più sobria e provocatrice. Infatti il foyer espone moquette e poltroncine di color rosso vivo, così come mattoni e cemento armato, un vero scandalo per l’epoca.

Oggi le cose sono cambiate, e non si va più a teatro per commentare di cos’è fatto il soffitto.

Visita ben guidata, tutto sommato soddisfacente. Ma io torno a sognare la prima alla Scala.

Patrizia Zampieri

Adoro la musica, l'arte e la natura. Credo in Dio e nella vita. E come storydoer viaggio in cerca di progetti. Il mio sogno? Arrivare in Antartide. Ma con il cuore sempre qui.

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