Italia Città d'Arte è arrivata a Bari - alle spalle la Basilica di San Nicola
Puglia, in primo piano

FINALMENTE AL SUD: ECCO BARI, PORTO D’ITALIA VERSO ORIENTE

Arrivare al Sud è stato come quella nave della Costa Crociere su cui feci uno stage e i cui motori cominciavano a rombare molto prima di arrivare fisicamente in porto.

Era da agosto che non riuscivo a trovare alloggio. Da un lato la fatica di arrivare ai necessari incastri di un tour che avrebbe richiesto non meno di quindici giorni; dall’altro gli effetti degli sbalzi di temperatura di declino estate che mi hanno costretto a stop forzati, allungando così i tempi.

In mezzo io meschina, mai stata al Sud, con tutti i miei dubbi del Nord…

Come se non bastasse, ci s’è messa di mezzo anche la politica, con la chiamata alle urne del 25 settembre. Sono stata in forse se lasciar perdere, ma votare è un diritto.

Meno male che almeno il Freccia mi è venuto un po’ incontro con un ghiotto sconto su una linea diretta senza cambi: dopo tanta fatica mentale ero stanca…

Sono

arrivata a ottobre con un biglietto di sola andata

e un valigione.

Credetemi se vi anticipo che l’ultimo giorno a Lecce ero combattuta fra il restare e il ripartire…

Ammirando il lungomare di Bari

Sono stata molto ben accolta all’

HABARI WE DORM, ostello che combina i due lati della stessa medaglia del viaggio:

quello dell’opportunità, e quello di chi invece è costretto a lasciare la propria terra in cerca di una nuova vita.

All’Habari sono sensibili nel generare dal lavoro autonomo qualcosa di utile in partnership con diverse associazioni locali.

Da loro ho saputo di Locorotondo, Monopoli e Ostuni, che non avevo in programma.

L’ostello è ricavato da un appartamento, e al posto di quadri appende mappe del mondo intero. Mmmm… che voglia di arrivare in Antartide…

Se suonassero al citofono rispondono le ragazze da remoto, il che mi dà un senso di sicurezza.

Che bello sarebbe

se certi assaggi di cultura locale venissero loro dalla bacheca a trovare noi…

sarebbe un bell’effetto sorpresa, vero?

Supermercato nella via parallela. Mappe di Bari non ne hanno, ma checcevuole? Si fa una foto di quella plastificata e via!

Compagni di soggiorno quasi tutti stranieri, alcuni mi hanno persino chiesto l’url del blog! Non me l’aspettavo, e ne ho piacere: gli incontri frizzanti spezzano la solitudine facendo svanire le turbolenze di cui sopra.

Ho anche suggerito a una ragazza (che voleva aiutare!) di iscriversi alle notifiche o inviarmi le sue impressioni di viaggio via mail.

Senza volere mi ha dato un’idea

In fondo quello che cerco io è di costruire conversazione a ritmo gentile… come quello che ti trasmettono i campi di ulivi verdeggianti recintati da muretti.

E se mi sento un granello di sabbia che s’impegna a formare una spiaggia, come non pensare per esempio alla Baia dei Turchi che dicono sia la più bella della regione?

Il Teatro Petruzzelli di Bari

La prima mattinata mi rimetto in sesto con una doccia, prima di uscire alla scoperta di quelle costruzioni storiche che sorprendono in mezzo a cubi e viavai cittadino.

Ieri sera il primo: mentre leggevo attentamente ogni nome di via per non sbagliare strada, ecco  

a una voltata di sguardo subito la facciata rossa del Teatro PETRUZZELLI

Poco prima in treno credo di aver visto la Reggia di Caserta e forse un acquedotto romano gigantesco: non ne sono sicurissima, ma l’impressione è stata forte. Tutti a guardare fuori dal finestrino!!

Brutta invece la spazzatura buttata un po’ ovunque, e i cassonetti mezzo rotti.

All’inizio non ho visto contenitori per la differenziata, tanto che mi son chiesta se al Sud non si faccia; poi han cominciato a comparire, ma più qua e là rispetto a Firenze, dove si sono addirittura inventati la chiavetta per aprirli.

Il Teatro Margherita e le barche dei pescatori

L’Adriatico di oggi è mosso da un vento non freddo ma sostenuto.

Un tempo era infestato da pirati, e Bari una città altamente presidiata, con torri d’avvistamento disseminate lungo la costa.

Davanti al Teatro MARGHERITA osservo tante barche di pescatori

e penso che il loro principio di adattamento al lavoro sia molto simile a quello che impiego io con il mio.

L’esigenza di risparmiare dà spazio alla fantasia del riciclo, e sempre più, prima di comprare qualcosa da mettere in valigia, mi chiedo se non posso fare uso temporaneo di qualcosa che ho già, tipo grucce e mollette per appendere quello che si deve asciugare, tappetino antiscivolo per la doccia o un pigiama stiloso perché sei in mezzo alla gente.

Mi vengono queste riflessioni guardando le barche dei pescatori locali, con attrezzi e coperte che non sembrano usciti da un negozio Ikea.

Sapete che a Portofino è lo stesso?

Una piccola baia con quattro case colorate, tanti yacht e ristoranti dall’invitante profumo di pesce, MA… se, guardando la baia, prendi a destra e vai fino in fondo ti trovi nella Portofino VERA: un villaggio di pescatori.

Percorro il lungomare e salgo anche sulla sopraelevata del mercato del pesce, ma preferisco non fermarmi, non c’è nessuno, tutto imbrattato e scassatino…

Intanto il vento sferza, il mare mostra i denti delle onde in lontananza

e i gabbiani non devono lavorare di ali.

Adoro il vento, non si scherza con lui: forte da sostenere gli uccelli, ma può portare tempesta e fermare aerei e navi.

A Otranto, il punto più vicino all’Albania, ho saputo che solo con la tramontana, che rende il cielo terso, si può riuscire a scorgere le montagne balcaniche all’orizzonte.

arriviamo alla Basilica di San Nicola di Bari da dietro

Con l’arrivo al porto finisce anche il lungomare e in Giardino Marcello Catinella trovo un bagno gratuito.

Attraverso la strada, c’è meno vento, mi posso riaggiustare la chioma diventata elettrica

Alzando poi lo sguardo vedo una chiesa che capisco essere quella più importante della città: la grande Basilica di San Nicola, intitolata al vescovo nato in Turchia e vissuto fra il III e IV secolo.

Bari è infatti apprezzato centro di dialogo fra cattolici e ortodossi, i cristiani d’Oriente che si divisero da Roma nel lontano 1054 a seguito del Grande Scisma.

È il momento di entrare

nel vivo della storia: chi furono NORMANNI, SVEVI e BIZANTINI?

I Normanni (gli uomini del Nord Europa) e gli Svevi (originari dell’odierna Germania) si trovarono a regnare da noi al seguito di vicissitudini politiche.

I Bizantini erano il popolo dell’Impero Romano d’Oriente, caduto con la conquista nel 1453 di Costantinopoli (oggi Istanbul) da parte dei Turchi-Ottomani, le scimitarre più temute di quei tempi.

Tempi in cui il bacino mediterraneo era diviso in settentrione cristiano e meridione musulmano.

Da qui si imbarcarono per le crociate anche personaggi della Gerusalemme Liberata, e grande è stata la mia sorpresa di trovare tele a tema nel Castello di Conversano!!

Bari non riuscì mai a proclamarsi repubblica, come Venezia e Genova, ma a un certo punto della sua storia rifiorì grazie a Federico II di Svevia, il sovrano a cui si deve la costruzione dell’enigmatica fortezza di Castel del Monte.

Nella cripta della Basilica di San Nicola a Bari

Quando scendo

nella cripta rimango colpita da una signora che si fa un articolato segno della croce

Forse un’ortodossa; un gesto che me la fa sentire come una sorella in Fede, e allo stesso tempo rafforza in me la percezione, attraverso i dettagli della storia del posto, di come l’Emmanuele,Dio con noi”, sia lo stesso per tutti cristiani di ogni rito e/o epoca.

Nella piazza in cui Basilica e città vecchia si guardano, mi sembra invece di vedere due aspetti che non collimano.

Da un lato vedo in Nicola un uomo che ha messo Dio al centro di ogni cosa; dall’altro il popolo, con quadretti di santi e madonnine fuori della porta, come a chiedere (allo stesso Dio) niente più che protezione…?

Fede forte e fede in miniatura.

E che dire della targa di amicizia Italia-Russia in nome della comune venerazione al santo, parole firmate proprio da Putin (!) nel 2003? Fede zero?

Bari si schiera per la pace

Nella città vecchia

un languorino mi fa fermare davanti ad un’invitante offerta di polenta fritta

rafforzata dalla foto di una certa signora Maria con la scritta che “non puoi dire di essere stata a Bari se non l’hai provata”.

Mia mamma la faceva con lo stracchino… mi metto in coda.

I pezzi sono stati appena tuffati nell’olio, e ci vuole un po’ prima che siano pronti. Apriti cielo…

Nel corso di quel “ po’ ” succede di tutto: passaggio di motorini, richiami fra amici ad alta voce, turisti seduti ai tavolini di fronte a signore sulla porta di casa, la Maria che va e viene incurante delle nostre fami, io che mi sento urtare la borsa a ogni passante, gente che fuma (dannate sigarette)…

Ma percepisco una genuinità priva di quella cortesia diplomatica con cui sono stata cresciuta io.

Dev’essere stata dura per la gente di qui dover emigrare anche solo verso le più formali Torino e Milano, e lasciare un ambiente di relazioni così dirette, custode di una storia di cui andar fieri.

A Bari nella città vecchia fra botteghe e panni stesi

Ho vissuto giorni in cui non ho pianificato proprio niente… sarà l’aria di qui??

Non so spiegarlo… sono stata come a casa mia; ho dovuto persino verificare il giorno del check-out, perché non me lo ricordavo più… mai successo!!

Città tranquilla, pochi semafori, guida sobria.

Mi arrendo davanti a una ricchezza culinaria che neppure i pugliesi sanno riassumere…

Mi dico “vai, buttati, mettiti in gioco, prova a descrivere quello che senti”…

Benvenuta al Sud” mi dico: “e questa è Bari

Con la Cattedrale di San Sabino, le mura del Castello che accanto alla palma pare un paesaggio d’Egitto, o i palazzi Liberty, che in certi punti ti fanno credere di essere a Nizza…

Le città di mare un po’ tutte si assomigliano; questa però ha la strada delle orecchiette di ogni grandezza e colore (che fra parentesi non ho ancora assaggiato).

Al prossimo salto vorrei fare tappa alla Chiesa Russa, meno “scenografica” di tante altre sparse per l’Italia.

E non ho dimenticato la famosa focaccia, ci mancherebbe! Ma la gusterò più avanti, e la troverò un pasto nutriente, come le esperienze che seguiranno.

Ottima base per escursioni nei dintorni

è Bari Centrale, da cui partono i bus di Trenitalia (dietro la stazione) e le linee delle ferrovie locali (per raggiungere ad esempio Matera e Castel del Monte).

Sono stata ad Alberobello, da dove sono tornata con qualche riflessione sul turismo in generale.

A Conversano la parola chiave è stata a.r.t.e, una vera sorpresa!!

A Polignano e Monopoli la grande attrazione è il mare, come del resto anche ad Otranto, con un’acqua cristallina stupenda e un castello che è stato ambientazione del primo romanzo gotico della storia.

Solo Lecce mi ha un po’ inquietato all’inizio, ma è stata un’impressione mia. Quando mi son trovata davanti a dettagli architettonici da acropoli ateniese non credevo ai miei occhi…

Mi sento come se avessi incontrato

non una ma TANTE PUGLIE, terre di aspetti e caratteri diversi

Quando tornerò fra pochi mesi (quando si tratta di viaggi sì che amo il tempo che vola!!) non mi farò scappare Castel del Monte (per introdurmi alla figura di Federico II) e Matera (che tutti mi hanno consigliato vivamente, e per cui Bari è proprio la città più vicina).

Poi raggiungerò (stavolta senza timore di perdermi) Santa Maria di Leuca e forse anche Gallipoli, curiosa di vedere la costa ionica.



Le ferrovie locali di Bari, ottimo punto di partenza per il circondario

Patrizia Zampieri

Scrivo per valorizzare la nostra splendida Italia e aiutare gli altri a sentirsene coinvolti come viaggiatori sensibili e rispettosi. Adoro la musica, l'arte e la natura. Credo in Dio e nella vita. Un sogno? Due!! Andare a vivere a Trieste e arrivare in Antartide. Ma la mia terra è quella che resta nel cuore...

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