È da un po’ che sto pensando di aggiungere i beni del FAI nell’itinerario che mi propongo di seguire, e non solo in occasione dei grandi eventi annuali.
C’è molto che mi lega alla fondazione, ma quello che più mi porta a formulare di questi pensieri è quella conoscenza del territorio su cui concentro le mie energie.
Mi era già successo a Lenno, sul lago di Como, di fare un cambiamento di programma per niente piccolo. Ho pensato (e poi deciso) di fermarmi a visitare la famosa Villa del Balbianello, che è davvero in una posizione geografica da altro pianeta. Qui sono state girate scene di Guerre Stellari e Casino Royale.
Curioso come basti in fin dei conti solamente volerlo; t’incammini per un sentiero senza mai voltarti, oltrepassi l’ingresso, e d’improvviso hai davanti a te architetture incredibili che superano notevolmente l’impressione fotografica.
Arriverà il giorno del Castello di Avio, che già ho avuto occasione di esplorare nel corso di un webinar interno alla rete volontari.
Ricevo ogni tanto delle comunicazioni via posta, e un giorno ho trovato una busta con uno sfondo di natura, un sentiero e al centro un castello. Esistono davvero i castelli delle fiabe?? A giudicare dalle foto di quel luogo che Goethe definì “giardino d’Italia”, parrebbe di sì. E oltretutto si trovano proprio da noi!!
Ma non sono tutte ville e castelli: c’è il negozio Olivetti, l’orto di Leopardi, le Saline in Sardegna, l’Abbazia fra Camogli e Portofino, che si raggiunge solo a piedi o in barca…
E ancora: un teatrino, un’edicola, aree verdi, insomma un patrimonio in crescendo e molto diversificato. In alcuni beni poi si può anche dormire.
Eccone qui l’ELENCO COMPLETO.
Che cosa si fa nei beni del FAI?
Un gran lavoro, questo è sicuro!! Ci sono giardini da curare, mobili che richiedono restauri accurati, e persino gli orologi di una volta da mantenere in carica!
Mi confesso innamorata dei beni della Lombardia, a tutt’oggi il mio bene preferito è la villa dove visse Antonio Fogazzaro sul lago di Lugano.
Persino quando passo per Milano non vedo più neanche il cemento, ma la sua dimensione storica e romantica.
Basta soffermarsi ad osservare, oppure seguire le news e i canali social della fondazione, per constatare quanta professionalità è necessaria per il mantenimento di così tanti luoghi testimoni di storia e spesso intitolati alla memoria di chi ci è vissuto.
Ogni bene viene gestito da uno staff che cura i rapporti con il territorio e avvia collaborazioni per far sì che il bene stesso possa mantenersi autonomamente.
Vi si organizzano continue e diverse attività educative e d’intrattenimento.
Tante le proposte per coinvolgere tutta la famiglia, pensate per stimolare i bambini a carpire tanti dettagli; il che aiuta anche noi adulti a ritrovare l’importanza dei piccoli dettagli e a non continuare a vederli come se fossero cose da bambini…
Nossignore: ville, castelli, collezioni e luoghi che rimandano a scrittori e fatti della storia non sono un gioco, ma un patrimonio che salvaguardare comporta insieme difficoltà e opportunità per il futuro di tutti.
Volontariato: la mia esperienza
Ho aiutato alle Giornate 2019 all’incredibile cenacolo di Andrea del Sarto a Firenze, e una volta persino come assistente di viaggio, a Como e Mendrisio, abbastanza inusuale, eppure a me è capitato…
Offrire un po’ d’aiuto mi è sempre venuto naturale, anzi, ora che viaggio è un impegno che continua ad attirarmi. Da studentessa ho viaggiato così, e mi ha insegnato che non c’è limite d’età né per rendersi utili, né per gioire, e che le relazioni fra le persone non sono formalità.
Ora che sono una viaggiatrice, il potenziale formativo del FAI mi entusiasma non poco: mi porta a farmi domande, mi ritempra lo spirito, mi toglie dalla routine, scatena in me la voglia di aggiungere del mio talento e competenze, rafforza il mio senso di responsabilità e la speranza (speriamo non un sogno) che creare lavoro SI PUÒ.
Peccato per la delegazione che si è sciolta, peccato che non mi son trovata in sintonia con la collega, niente è mai perfetto, anzi, se una delegazione si scioglie, direi che è pure grave…
Resto però ferma sull’accogliere il grido d’aiuto del paese.
Il volontariato è ottimo quando ci permette di imparare quello che non si insegna più e in special modo quando favorisce l’unirsi delle persone intorno a una causa di responsabilità comune, e qui si tratta di formare coscienze, di ritrovare entusiasmo insieme all’orgoglio di essere italiani.
Con questo spirito continuerò ad aiutare, ma non sarò più quella che “dà solo una mano”.
Per esempio mi piacerebbe riuscire a creare un gruppo Ponte fra le Culture…
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