Arriva un momento della vita in cui hai voglia di mare, e allora cerchi una baia nascosta come Portofino, la punta di un parco regionale che comprende altri bellissimi e suggestivi posti.
Siamo a fine maggio, e c’è tanto silenzio. Perché Portofino è famosa e frequentata, ma non è meta di turismo chicchessia. Lo dimostrano quelle poche boutique con disegni e tessuti artigianali, le miriadi di ristoranti sulla costa in cui anche le stoviglie sanno di marino, persino il costo di un pacco di liguri trofie alla farina di castagne.

Ovunque angoli di quiete, con musica d’acqua accompagnata dal chiacchiericcio di qualche “invisibile” volatile, e (cosa molto apprezzabile!) niente affatto disturbata dal viavai di visitatori.
I cartelli e la scia dei turisti che passeggiano mi convincono a seguirli per una viuzza, arrivando prima alla chiesa, poi al faro. Un cammino né lungo né faticoso, e che ti porta, al contrario, a sognare di mollare tutto e a creare l’idea di metter su anche tu la tua boutique.

Non c’è angolo che non suggerisca di fermarsi ad osservare. Oltre al mare blu, un mare di fiori, con il loro profumo pulito e intenso, gradevole alle mie narici, ed irresistibile per certi insettoni a cui, per prudenza, non mi avvicino. Ma anche l’architettura semplice del posto piccolo, quella che si distingue per non voler essere motore di design.
O il sentiero stretto, che mentre ci cammini ti dà l’impressione di avanzare inclinati verso il mare. Guardare la costa opposta fa venire in mente un lago di montagna, anche perché qui non ci sono sedie a sdraio.
Ma il clima di sensazioni che solo l’esserci fisicamente può suscitare, conferma quello che la ragione già sa: tutto, dagli ulivi allo specchio d’acqua, è aria di mare nostrum.

A metà percorso si trova il castello di Brown, un’antica postazione di difesa, oggi convertita in luogo per ricevimenti e matrimoni. Anche se si passeggia per stanze pressoché vuote, vi si conserva ancora una palla di cannone.
Una sala è decorata con miriadi di foto in bianco e nero delle tante celebrità che a Portofino hanno cenato e goduto di una passeggiata. Dai vicini Sophia e Totò, ai lontani Steven Spielberg, Esther Williams, Humphrey Bogart… Il castello offre inoltre un punto panoramico che bisogna assolutamente andare a vedere.
Tornata a riva, mi concedo la pausa pranzo seduta sul muricciolo a pelo dell’acqua trasparente. Un banco di pesciolini circola pronto a lanciarsi su ogni briciola in fuga. Riposano le gambe, e prendono aria anche i piedi, costretti purtroppo al chiuso, data l’incertezza metereologica di questi tempi…
Bello questo passaggio in una di quelle località predilette dal jetset internazionale. I colori delle facciate sono alquanto tenui, ma proprio in questo tocco gentile sta il fascino del piccolo villaggio di pescatori. E naturalmente, nel paesaggio…

Giungono gruppi di turisti via battello, m’incrocio anche con qualche chiassosa scolaresca. Spira un venticello fresco di aria pulita. Alcuni operai sollevano grandi pietre e salgono un cammino in salita, di certo lavorano ad un allestimento.
Tutto questo è Portofino.
Nel maggio 2018 anche meta mia.



La Liguria è una lingua di terra ricca di piccole bellezze a sé. Da bambina ci ho anche vissuto qualche anno, ma, a parte le gioie dello stare al mare, non potevo ancora accorgermi dei suoi tanti tesori.
Amo Genova, è una delle mie città preferite per una sosta.
Altre mete che non intendo perdermi saranno Camogli e l’Abbazia di San Fruttuoso, e per una volta vorrei provare l’ebbrezza di arrivarci non a piedi…
Golfo dei Poeti e le Cinque Terre sono programmi, diciamo, più alla mia portata, vivendo io al momento in Toscana. Ma il bello di questa parte d’Italia sono i posti piccoli vicini alla grande natura, uno dopo l’altro fino a Ventimiglia… mi concedo il sogno di fare capolinea a St. Tropez!