Che cosa può farci una canzone straniera scelta come sfondo sonoro su un panorama video dell’Italia?
Ci sta, e molto. A me succede spesso di fare associazioni così.
Non è questione di affinità di argomenti cantati, ma di atmosfera
Non è questione di logicità, ma di cuore. Per esempio:
mentre aspettavo di partire per Trieste, avevo trovato in rete un vecchio brano di Maggie Reilly, che fu cantante di Mike Oldfield nelle bellissime Foreign Affair e To France.
Questo però era un brano tutto suo intitolato Everytime we touch, che combina la sua finissima voce con il gioco fra un clown del circo e un bimbo.
L’ambientazione è quella di un palazzo, che potrebbe benissimo essere un castello. Persino il colore delle immagini sembrerebbe suggerirlo.
E io che andavo a fare in quel di Trieste? A Miramare! E poi anche a Udine, fortemente attirata da un Caravaggio esposto alla Galleria d’Arte.
Mentre canta, Maggie passeggia lungo i corridoi; come me, che non canto ma leggo, annoto, osservo… e in qualche modo sento la musica del posto.
Poi c’è quel clown che fa giocare il bimbo, splendidi sono i primi piani ed è invidiabile nella sua libertà di sognare.
Proietta una sensazione di infinito, guarda caso proprio come avviene nella baia di Trieste dove lo sguardo è spinto tutto verso il mare, l’Italia infatti in quel punto è solo più una striscia.
La canzone non parla di Trieste, ma di un incontro romantico.
E che cosa ha catturato me, che poco e niente romantica sono, ma sensibile invece agli incontri in sintonia? L’atmosfera. Ne ho fatto pure una macrocategoria qui.
Le parole sono insufficienti. Neanche però si può star zitti, son emozioni che van condivise in qualche modo…
Il cuore vede più lontano della mente
Fuori da esso c’è solo un arido deserto, uno squallore di sentimenti confusi che può persino degenerare in male.
Ascoltala anche tu: è una canzone, un’atmosfera, un’ambientazione di emozioni che sempre associo a Trieste. Anche se non ha relazioni “logiche” con la città, me la fa ricordare; mi fa ricordare il nostro primo incontro.
È un’associazione mia del cuore: qual è la tua?
Non ti piacciono i castelli? Parliamo d’altro. Per esempio di Venezia…
Un certo giorno di tanto tempo fa ho visto in televisione una ripresa della città dall’alto con lo sfondo sonoro di Sound of Silence, la celebre canzone di Art & Garfunkel nella versione del gruppo Disturbed, per intenderci, “meno dolce” dell’originale.
Anche qui giocano le atmosfere, e stavolta sono cupe.
Applicata a Venezia fa un effetto molto particolare che mi riporta alla mente una sensazione di meraviglia (quella c’è sempre, Venezia è un patrimonio che non bisogno di certificazioni Unesco) ma anche di rovina, un concetto che avevo raccontato in un altro articolo.
Un piano e tanta solitudine.
Guardalo bene questo video: non è roba chiassosa, e soprattutto punta dritta (guarda un po’!) proprio al cuore…
Venezia grida, grida la sua solitudine, in un silenzio dal suono acuto, pungente
C’è troppo silenzio del cuore. Lo senti anche tu?
Ormai credo si sia capito che cuore non vuol dire romanticherie.
Finiamo allora il discorso con un apertura alla Speranza.
Alcuni miei amici l’anno scorso hanno fatto una gita in battello sulla Riviera del Brenta
Era un sogno divenuto finalmente realtà, e quando si è trattato di mettere il reel su Instagram, hanno scelto come sfondo sonoro l’indimenticabile Memory di Barbra Streisand.
Caspita… stavolta la scelta è azzeccata doppiamente.
Il testo è infatti diviso in tre parti: il ricordo di un tempo felice che riaffiora in un momento buio, la presa di coscienza che è bene rialzarsi e reagire alle avversità, fino a vedere filtrare di nuovo la luce.
Conservare memoria vuol dire che non si è dimenticato. E un fatto bello che non si è dimenticato preme per essere rivissuto. Ma non finisce ancora lì; ti rimette in modalità ON.
Come le foto del tuo album di viaggi: quando ogni tanto lo apri, non ti riaccende?
Caso studio fra noi: quando andai a vedere Paganini Rockstar
Quel giorno mi diede la “spinta” un vecchio brano colonna sonora di Rocky IV !
Non essendo più epoca di deliri da violino, per entrare nell’atmosfera giusta, quella partecipativa a 360° intendo, mi ci voleva adrenalina via rock. Solo che non mi aspettavo che mi “venisse a prendere” davanti alla vetrina di un negozio…
Val bene ripeterlo: il cuore in un viaggio VINCE SEMPRE!